Mens sana in corpore sano

Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità.  Schillaci: “Non c’è dono più grande di quello che salva una vita”

Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità. Schillaci: “Non c’è dono più grande di quello che salva una vita”

In occasione del Giubileo degli Ammalati e del Mondo della Sanità, si è tenuto nel pomeriggio di sabato 5 aprile in piazza di Spagna, a Roma, l’evento “Il valore del dono e della solidarietà”, promosso dal Ministero della Salute in collaborazione con il Centro nazionale sangue, il Centro nazionale trapianti, l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, la Croce rossa e le associazioni per la donazione del sangue Avis, Fidas, Donatori nati e Fratres.

Dopo l’esibizione della banda musicale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, gli interventi di Mons. Rino Fisichella, Pro prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, hanno aperto l’evento che il Ministero ha voluto dedicare alla donazione del sangue e degli organi, all’insegna della valorizzazione della cultura del dono e della solidarietà verso il prossimo.

"Sono grato al Ministro Schillaci per la partecipazione e per il supporto all'evento giubilare che intende mettere al centro grandi temi legati al mondo della sanità. Il pensiero corre in primo luogo ai malati, a quanti sono negli ospedali, cliniche, case di cura perché possono vivere il grande dono del Giubileo anche attraverso la sofferenza. Insieme a loro la gratitudine ai medici, infermieri, a tutto il personale per l'impegno tante volte faticoso che caratterizza la loro professionalità", ha dichiarato S.E. Mons. Rino Fisichella, Pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione e incaricato dell'organizzazione del Giubileo 2025.

“Ringrazio Monsignor Fisichella per le sue parole e per la sua preziosa presenza - ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci - Il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità ci ricorda il valore inestimabile della cura, non solo come trattamento della malattia, ma come ‘relazione’ tra chi presta le cure e chi le riceve. La solidarietà è un valore che può esprimersi in tante forme. Tra queste la donazione del sangue e degli organi è una delle sue espressioni più nobili. Perché non c’è dono più grande di quello che salva una vita. Oggi, quindi, voglio dire grazie a tutti i donatori per il loro esemplare altruismo e a tutti gli operatori sanitari e sociosanitari che ogni giorno si prendono cura di noi con professionalità e dedizione”.

All’iniziativa, condotta dalla giornalista e conduttrice televisiva Benedetta Rinaldi, hanno portato il saluto anche il Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, e in rappresentanza della Regione Lazio, l’assessore all’Inclusione sociale e servizi alla persona, Massimiliano Maselli.

Dopo gli interventi istituzionali, professionisti sanitari, pazienti e donatori hanno condiviso le proprie storie di cura dei pazienti, di donazione e di guarigione grazie al gesto solidale di ha dato una parte di sé per la salute del prossimo.

Il prof. Francesco Franceschi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa Medicina d’Urgenza e Pronto Soccorso del Policlinico Gemelli, ha raccontato l’esperienza del lavoro in pronto soccorso e di quanto sia importante la donazione di sangue nelle terapie “salvavita”.

Accompagnate dal medico che le ha seguite, il professor Antonio Grieco, all’epoca direttore dell’Unità trapianti del Policlinico Gemelli, Catia Casagrande e Chiara Daconto hanno portato la propria testimonianza sull’importanza della donazione degli organi grazie alla quale sono tornate a una vita piena. Catia, dopo due trapianti di rene, grazie alla generosità della madre e del fratello, è tornata a condurre la sua vita ed è appena diventata mamma; Chiara, 26 anni, sottoposta al trapianto di fegato, ha ripreso a vivere come le sue coetanee e si è laureata da poco in Medicina.

Ha voluto ringraziare tutti i donatori sangue, Alessandro Vernucci, ex paziente leucemico, raccontando il suo lungo percorso di chemioterapie e trasfusioni di sangue, fino al trapianto di midollo osseo da cellule staminali familiari che gli ha consentito di tornare a condizioni di salute migliori.

È  poi stata la volta del ‘campione’ nelle donazioni di sangue, Antonio Staiola, che ha donato più di 100 volte e per questa sua grande umanità è stato premiato dall’associazione Donatori Nati.

Infine, insieme al direttore generale dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto delle malattie della povertà, Cristiano Camponi, si è approfondito il tema del supporto ai più fragili e ai vulnerabili, come espressione di solidarietà, ricordando l’impegno messo in campo in Ucraina per rafforzare l’assistenza sanitaria alla popolazione.

Nel corso del pomeriggio, sul maxi schermo allestito in piazza di Spagna è stata trasmessa la campagna del Ministero della Salute ‘dona vita, dona sangue’, con contributi video dedicati a storie di donazione e solidarietà. A tutti i partecipanti e ai cittadini presenti è stato distribuito materiale divulgativo e sono state fornite informazioni sulla donazione di sangue e degli organi presso gli stand delle associazioni e delle istituzioni allestiti nella piaz

Al via il Giubileo degli ammalati: due giorni dedicati a chi affronta la malattia

Al via il Giubileo degli ammalati: due giorni dedicati a chi affronta la malattia

Circa 20 mila pellegrini, tra pazienti, medici, infermieri, farmacisti, fisioterapisti, operatori e tecnici sanitari da oltre 90 Paesi del Mondo giungeranno a Roma, sabato 5 e domenica 6 aprile, per il settimo dei grandi eventi giubilari: il Giubileo dedicato agli ammalati e al mondo della Sanità.

Tantissime le iniziative a partire dall'evento di sensibilizzazione per la donazione del sangue. L’associazione Fratres, in collaborazione con l'Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della CEI, promuoverà in piazza San Giovanni un evento di sensibilizzazione alla donazione del sangue, con una raccolta ematica straordinaria dalle 7.30 alle 13. Contemporaneamente in Piazza della Chiesa Nuova e in piazza San Salvatore in Lauro, invece, alcune Federazioni sanitarie dalle 8 alle 16 proporranno attività di educazione sanitaria. In Piazza dell’Oro, l’Ufficio per la Pastorale Sanitaria del Vicariato di Roma ha organizzato dalle 16 alle 18.30 attività di informazione e sensibilizzazione sul tema delle dipendenze.

Altri eventi

Nella chiesa di Santa Monica, in piazza Sant’Uffizio 8, dalle 16.00 alle 17.30, si terrà una conferenza di presentazione della beata Benedetta Bianchi Porro, studentessa di medicina morta per una rara malattia, in dialogo con la sorella Emanuela e don Andrea Vena, biografo-postulatore della causa di Canonizzazione. Si terranno anche momenti di preghiera per i malati, con adorazioni eucaristiche e catechesi a cura delle Congregazioni religiose con carismi della cura, dalle 16 alle 17. In particolare, nella Chiesa di San Maria del Suffragio sarà proposto il momento di preghiera "Sui passi del beato Luigi Novarese. Trovare la benedizione quando la vita è attraversata dalla fragilità" e nella chiesa di S. Maria Maddalena l’iniziativa "Sui passi di san Camillo de Lellis. Il cuore unifica una vita frammentata".

Infine la Fondazione Banco Farmaceutico proporrà, nella chiesa di San Gregorio VII dalle 17 alle 18.30, un incontro dal titolo Prendersi cura ed essere curati: dove risiede la nostra speranza?, con l’intervento di monsignor Andrea Manto, vicario episcopale per la Pastorale della Salute di Roma, Sergio Daniotti, presidente di Banco Farmaceutico e Giorgio Bordin, Presidente di Medicina e Persona. Infine, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense, si terrà il Convegno promosso dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale italiana e dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sul contributo delle associazioni di pazienti alla costruzione di un Servizio Sanitario Nazionale più umano, partecipato e sostenibile.

Il Giubileo si concluderà domenica 6 aprile, con la Santa Messa in piazza San Pietro alle ore 10.30, presieduta dal pro-prefetto Fisichella, che leggerà l’omelia scritta da Papa Francesco per l’occasione.

Il convegno "Many Worlds, One Health"

Salute, solidarietà e responsabilità condivisa: tre parole chiave che guideranno il convegno “Many Worlds, One Health”, in programma sabato 5 aprile 2025, dalle ore 15 alle 18, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense (Piazza San Giovanni in Laterano, Roma).
Un evento di rilievo promosso dalla Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute e dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI, in collaborazione con le Federazioni e i Consigli Nazionali degli Ordini delle professioni sanitarie e sociosanitarie.

Questo appuntamento rappresenta la terza e ultima tappa di avvicinamento al Giubileo, dopo i convegni di Verona e Roma dedicati alle povertà sanitarie e alla sostenibilità dei servizi sanitari nazionali.

Durante l’incontro del 5 aprile verrà presentata la Carta Valoriale delle Federazioni Nazionali degli Ordini, un documento simbolico e operativo al tempo stesso. A chiudere il convegno, alle ore 18.30, ci sarà un momento particolarmente significativo: il passaggio della Porta Santa presso la Basilica di San Giovanni in Laterano.

Tra gli ospiti attesi:
Andrea Farinet, Presidente della Fondazione Pubblicità Progresso
Card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI
Hans Henri P. Kluge, Direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Michael G. Marmot, Direttore dell’International Institute for Society and Health di Londra
Romano Marabelli, Advisor della Direzione Generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità Animale

PIAZZE DELLA PREVENZIONE – Dalle 8 alle 17

In parallelo al convegno, il centro di Roma ospiterà le “Piazze della Prevenzione”, con attività gratuite di educazione sanitaria e screening aperte a tutti i cittadini:
Piazza della Chiesa Nuova e Piazza di San Salvatore in Lauro: iniziative a cura delle Federazioni delle professioni sociosanitarie
Piazza di San Giovanni in Laterano: presenza dei Fratres
Piazza di Spagna: spazio curato dal Ministero della Salute

Un’intera giornata per riscoprire, insieme, il valore della salute come bene comune e come impegno condiviso.

Giubileo della Salute Mentale: un’urgenza del presente, una sfida per il futuro

Giubileo della Salute Mentale: un’urgenza del presente, una sfida per il futuro

C’è un dolore silenzioso che cresce, si insinua tra le pieghe della nostra società, troppo spesso ignorato, sottovalutato, trascurato. È la sofferenza mentale. Non è più un tema di nicchia, non è più il “problema di qualcun altro”. È qui, adesso. E parla il linguaggio di adolescenti confusi, adulti in crisi, anziani dimenticati.

Rispetto a 50 anni fa, lo scenario è cambiato radicalmente. Oggi la salute mentale è una vera e propria emergenza globale. Crescono i disturbi legati alla difficoltà di regolazione emotiva, aumentano i casi di autolesionismo, tentativi di suicidio, disturbi alimentari, personalità borderline. L’ingresso nell’età adulta è sempre più spesso accompagnato da un carico di fragilità che la società non è pronta ad accogliere.

La pandemia ha fatto da detonatore, ma le crepe erano già lì. E si allargano ancora, sotto il peso della solitudine, della precarietà, dell’incertezza sul futuro. Il consumo di sostanze, che spesso si intreccia con disturbi mentali già esistenti, ha trasformato il volto della sofferenza psichica, rendendola più complessa, più sfuggente, più difficile da curare.

Non possiamo più far finta di niente.

Il Giubileo della Salute Mentale nasce da questa urgenza. Un'intera giornata, il 3 aprile 2025, presso l’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense a Roma, per ascoltare, capire, proporre soluzioni. Dalle 9.15 alle 17.30, esperti, istituzioni, giornalisti, accademici e rappresentanti della società civile si confronteranno su tutti i fronti della salute mentale.

I temi saranno affrontati in modo concreto e multidisciplinare:

  • Salute mentale e società, con la partecipazione di rappresentanti del Ministero della Salute, OMS, Censis, giornalisti e dirigenti sanitari.

  • Politiche sanitarie, per capire cosa può e deve fare il sistema pubblico.

  • Prevenzione e innovazione, con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità e AIFA.

  • Lavoro e inclusione, per superare lo stigma nei contesti professionali.

  • One Mental Health, un approccio globale e integrato alla salute della mente.

  • Giovani, sport e spiritualità, per esplorare le nuove strade della cura, della resilienza e del senso.

Ci saranno anche tavoli tematici di lavoro, aperti ai partecipanti, per andare oltre le parole e costruire proposte concrete.

Non è solo un evento. È un atto di responsabilità collettiva.

Partecipa anche tu.
L’iscrizione è gratuita (fino ad esaurimento posti) al seguente link 👉 [Iscriviti online]
Perché la salute mentale non può più aspettare. E il cambiamento comincia da chi ha il coraggio di esserci.

Giubileo, periferie e salute visiva

Giubileo, periferie e salute visiva

Nella periferia est della Capitale, visite oculistiche gratuite per le persone fragili ed emarginate dal 31 marzo al 16 aprile 2025, grazie alla tappa speciale delle Giornate della Vista - progetto di salute visiva targato Fondazione OneSight EssilorLuxottica che prevede l’installazione della prima clinica oculistica del programma per il Santo Giubileo 2025.

Presso la Sede della Protezione Civile di Tor Bella Monaca (via di Gagliano del Capo, n.° 30 Roma) quasi 1.000 persone povere, emarginate o in condizioni di disagio sociale e sanitario verranno assistite dal progetto di salute visiva.

La sede della clinica è messa a disposizione dal Municipio VI del Comune di Roma, che collaborerà attivamente nel popolare i calendari delle visite, attivando l'intera rete di associazioni benefiche del territorio per raggiungere le frange più fragili della comunità. 

“Prevenzione e gioco di squadra sono due principi fondanti del nostro Servizio Nazionale della Protezione Civile – afferma il Capo Dipartimento della Protezione Civile Fabio Ciciliano. Due principi che ritrovo con forza in questo progetto che vede fianco a fianco: volontariato, pubblico e privato. Proprio per questo sono particolarmente felice e orgoglioso che la prima clinica oculistica, del programma pensato dalla fondazione in occasione dell’anno giubilare, sia ospitata in una delle sedi della protezione civile”.

"Le giornate della vista sono un importante momento che continua l'impegno del Municipio Roma VI delle Torri a favore della prevenzione. Dopo aver controllato l'ambliopia a oltre 500 bambini benvenuta questa iniziativa che permetterà un controllo gratuito e accurato della vista ai nostri cittadini più disagiati. Ringraziamo la Fondazione OneSight Essilorluxottica Italia per la preziosa disponibilità auspicando un ripetersi periodico dell'iniziativa." Queste le parole di Nicola Franco - Presidente Municipio VI Comune di Roma.

Il team di medici oculisti e ortottisti che offriranno screening della vista gratuiti sarà composto dallo staff messo a disposizione dal Prof. Leopoldo Spadea - Direttore della “U.O.C. Oftalmologia - Clinica Oculistica” del Policlinico Umberto I di Roma e dal Prof. Carlo Nucci - Responsabile UOSD di Oculistica, Fondazione Policlinico Tor Vergata, Roma. In base alla prescrizione degli specialisti, inoltre, la Fondazione donerà occhiali da vista alle persone assistite, e tutti i bambini riceveranno un occhiale da sole

“L’Università e il Policlinico Tor Vergata hanno aderito all'iniziativa promossa dalla Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia, mirata a raggiungere le popolazioni più vulnerabili con difficoltà di accesso ai servizi sanitari – afferma il Prof. Carlo Nucci, Prorettore vicario dell’Università di Roma Tor Vergata, direttore dell’Unità Operativa di Oculistica del Policlinico Tor Vergata, direttore della Scuola di Specializzazione in Oftalmologia dell’Università Tor Vergata -. A tal proposito è stato predisposto un accordo di cooperazione che prevede la partecipazione all’iniziativa di medici in formazione specialistica afferenti alla scuola di specializzazione in Oftalmologia e di medici oculisti del Policlinico con ruolo di tutor. Questa collaborazione riflette l'impegno dell'Ateneo di Tor Vergata verso il proprio territorio, promuovendone la crescita sociale, culturale ed economica, e sottolinea l'importanza della prevenzione e dell'accesso alle cure come strumenti fondamentali per ridurre l'impatto delle disabilità visive sulla popolazione, specie quella più fragile. Le campagne di prevenzione della cecità hanno infatti dimostrato di essere estremamente efficaci nel ridurre l'incidenza delle malattie oculari evitabili, con conseguente diminuzione dei costi sanitari, miglioramento della qualità della vita e del benessere psicologico dell’individuo, favorendone l’integrazione sociale e lavorativa”.

“Questa importante iniziativa che ha coinvolto la Clinica Oculistica del Policlinico Umberto I - Sapienza Università di Roma - afferma il Prof. L. Spadea - rappresenta un’importante opportunità per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione oculistica. Offrire visite oculistiche gratuite consente di individuare precocemente patologie visive che, se trascurate, possono compromettere in modo significativo la qualità della vita. Questo progetto, inoltre, assume un grande valore formativo per i nostri giovani medici che hanno aderito, con la possibilità di mettersi al servizio della comunità, rafforzando il legame tra ricerca, assistenza e responsabilità sociale. Promuovere la cultura della prevenzione è essenziale per garantire un futuro di maggiore salute visiva per tutti.”

 

“L’attenzione alle periferie è un tema a noi molto caro da sempre. Le periferie non sono solo un concetto geografico o un folkloristico set cinematografico come spesso vengono rappresentate, ma i luoghi nei quali i problemi che si dibattono a livello nazionale assumono una dimensione decisamente esasperata.

Protezione Civile e Fondazione OneSight EssilorLuxottica sono unite da un comune spirito di inclusione, solidarietà e sobrietà già condiviso con successo a Caivano e che si rinnova oggi in occasione della nostra prima clinica giubilare per proseguire con il massimo sostegno al nuovo piano per le periferie, insieme ai professionisti della salute visiva che ne rendono possibile l’attuazione ”- afferma Andrea Rendina, Segretario Generale della Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia.

La clinica oculistica di Tor Bella Monaca è la prima di una serie di cliniche che la Fondazione allestirà per l’Anno Santo. Complessivamente, durante l’arco di tutto l’anno, con il progetto “Fondazione OneSight EssilorLuxottica per il Santo Giubileo 2025” l'obiettivo della Fondazione è di donare 2.000 visite oculistiche e circa 1.500 occhiali da vista, per garantire una visione migliore e, di conseguenza, una vita migliore a chi ne ha più bisogno.

L'iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione – Giubileo 2025, Camera dei Deputati, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regione Lazio, Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute del Comune di Roma, Municipio VI del Comune di Roma ed ha visto la collaborazione, ad oggi, di importanti associazioni del territorio come Comunità di Sant'Egidio, Caritas, Pianoterra Onlus, Associazione Insieme per l'Accoglienza.

Fragilità umana e valore della cura: una riflessione sulla salute del Papa durante il Giubileo

Fragilità umana e valore della cura: una riflessione sulla salute del Papa durante il Giubileo

In un mondo in cui la forza, l’efficienza e l’inesauribile energia sembrano essere i modelli a cui aspirare, la fragilità umana rimane una verità ineludibile. È una condizione che ci accomuna tutti, ma che diventa più evidente e carica di significato quando a viverla è una figura di rilievo mondiale come il Papa.

La notizia del peggioramento delle sue condizioni di salute, in un momento in cui milioni di fedeli e pellegrini si muovono per partecipare al Giubileo, porta con sé un messaggio che va oltre la semplice cronaca sanitaria: la fragilità non è una debolezza, ma una componente essenziale dell’esperienza umana. E, in questa fragilità, emerge con forza il valore della cura.

Quando la fragilità diventa un messaggio universale

Il Papa è spesso visto come una guida spirituale incrollabile, simbolo di forza morale e carisma. Tuttavia, quando la malattia e la vulnerabilità si manifestano, anche una figura di tale levatura si rivela per ciò che è: un essere umano. E proprio questa immagine, lontana dall’idealizzazione, diventa straordinariamente potente.

La fragilità del Pontefice diventa lo specchio di quella di ciascuno di noi. La sofferenza, la malattia e il limite fisico ricordano che nessuno è immune alla condizione umana, neanche chi guida spiritualmente milioni di persone. Ed è in questa consapevolezza che si apre lo spazio per una riflessione più profonda sul valore della cura, intesa non solo come pratica sanitaria, ma come attenzione, ascolto e sostegno.

Il valore della cura: un’etica universale

Il Giubileo, per tradizione, è un tempo di riflessione, riconciliazione e rinascita. Quest’anno, il tema della cura si intreccia inevitabilmente con quello della salute del Papa. La cura, infatti, non è solo un gesto terapeutico, ma un atto di responsabilità reciproca.

Cura è presenza. È la mano tesa che accompagna chi soffre, la capacità di fermarsi e ascoltare, il prendersi carico di chi è più fragile. È un gesto che supera la dimensione medica per diventare cura dell’anima, della relazione e della comunità.

Papa Francesco ha spesso parlato di una “Chiesa ospedale da campo”, capace di curare le ferite dell’umanità. Oggi, la sua condizione di salute ci ricorda che anche chi guarisce ha bisogno di essere curato, e che la fragilità, lungi dall’essere un limite, può diventare un’occasione per costruire legami più autentici.

Fragilità e cura nel cammino del Giubileo

Il Giubileo rappresenta un invito al rinnovamento interiore, ma anche all’assunzione di responsabilità verso il prossimo. Di fronte alla fragilità del Papa, la comunità globale è chiamata a riflettere sul proprio modo di vivere la cura:

  • Cura di sé, attraverso la prevenzione, la salute e il benessere.
  • Cura degli altri, prestando attenzione ai più vulnerabili e supportando chi affronta malattie o momenti di crisi.
  • Cura della comunità, costruendo società più solidali e attente ai bisogni collettivi.

Questa riflessione assume un significato ancora più profondo se inserita nel contesto del Giubileo, evento che raccoglie persone di ogni età, cultura e condizione, tutte accomunate dal desiderio di rinnovamento e speranza.

La forza della fragilità: un messaggio di speranza

La fragilità del Papa non è un segno di debolezza. Al contrario, rappresenta una testimonianza di umanità autentica. In un’epoca in cui si tende a nascondere o temere la vulnerabilità, la sua condizione ci invita a rivalutare ciò che davvero conta.

C’è forza nella fragilità quando questa diventa occasione per riconoscere i propri limiti e accettare il supporto degli altri. C’è potere nella cura quando si trasforma in un atto di amore incondizionato e attenzione reciproca.

La salute del Papa, dunque, non è solo una questione privata o istituzionale. È un tema che coinvolge tutti, un richiamo alla nostra responsabilità individuale e collettiva. È un invito a vivere il Giubileo non solo come un evento religioso, ma come un percorso di umanizzazione, in cui la fragilità e la cura si intrecciano per costruire comunità più consapevoli e solidali.

Prendersi cura per rinnovarsi

In un momento in cui l’attenzione mondiale è rivolta alle condizioni di salute del Papa, “Giubileo in Salute” propone una riflessione: come possiamo trasformare la fragilità in un’occasione di crescita? Come possiamo imparare a prenderci cura di noi stessi e degli altri in modo più profondo e autentico?

Il Giubileo ci ricorda che la rinascita passa anche dall’accettazione della nostra umanità, con i suoi limiti e le sue fragilità. E che la cura, intesa come gesto di amore, ascolto e presenza, è la chiave per costruire un mondo più giusto e compassionevole.

In definitiva, nella medicina del corpo e dell’anima, la fragilità è la soglia che ci conduce alla consapevolezza, e la cura è la strada che ci permette di attraversarla insieme.

 

Fede e preghiera: un ponte tra spirito e salute mentale

Fede e preghiera: un ponte tra spirito e salute mentale

Cosa spinge milioni di persone, in tutto il mondo, a rivolgersi alla fede nei momenti di difficoltà? È solo una questione di spiritualità o dietro a questa scelta si nascondono anche benefici concreti per la mente e il corpo? Negli ultimi anni, scienziati e studiosi hanno iniziato a esplorare con maggiore attenzione il legame tra fede e salute mentale, rivelando come la spiritualità possa influenzare positivamente – o, in alcuni casi, negativamente – il nostro benessere psicofisico. Su un tema tanto affascinante quanto complesso, abbiamo intervistato lo psicologo Cristian Pagliariccio dell’Ordine degli Psicologi del Lazio.

Quali sono gli effetti psicologici più comuni della fede nella vita delle persone, soprattutto in situazioni di stress o difficoltà?

Secondo recenti studi, come quello condotto da Yamada et al. (2020), molte persone considerano la fede un elemento positivo che contribuisce alla loro salute mentale. In particolare, la fede può favorire la resilienza, aiutando a trovare un significato anche nelle esperienze più dolorose; generare speranza e accettazione degli eventi, alleviando lo stress legato a situazioni difficili; e creare un senso di appartenenza attraverso il legame con una comunità religiosa, mitigando il senso di isolamento. Tuttavia, il rapporto con la fede può essere ambivalente. Per alcune persone, credenze rigide o un'interpretazione severa delle regole religiose possono intensificare sensi di colpa o stati d'ansia. Questo sottolinea la complessità della relazione tra spiritualità e salute mentale, influenzata da fattori personali e culturali.

La preghiera può essere considerata una pratica terapeutica? Se sì, in che modo influisce sul benessere psicofisico?

Probabilmente è meglio considerare la preghiera come una pratica spirituale piuttosto che terapeutica. Tuttavia, studi come quello di Stöckigt et al. (2021) evidenziano alcuni benefici della preghiera, come il sollievo temporaneo da preoccupazioni e pensieri negativi, grazie alla concentrazione sulla ripetizione di formule ma anche l'induzione di uno stato di rilassamento, che può ridurre lo stress mentale. La preghiera può offrire un conforto importante, ma non dovrebbe sostituire la terapia psicologica o psichiatrica. La distinzione tra spiritualità e terapia è cruciale per evitare di ritardare interventi professionali necessari, così come è importante non medicalizzare le crisi spirituali, che richiedono un approccio più orientato al supporto religioso o spirituale.

Esistono evidenze scientifiche sul legame tra pratiche spirituali e la riduzione di ansia o depressione?

Sì, ma le evidenze sono spesso legate a specifici contesti o pratiche. Studi su pratiche orientali, come la meditazione, mostrano effetti positivi sulla salute mentale, ma anche la spiritualità occidentale offre benefici, in particolare attraverso il senso di appartenenza a una comunità religiosa, che può contrastare l'isolamento, una delle cause principali di ansia e depressione. Inoltre, la partecipazione a riti e celebrazioni genera un senso di connessione e benessere sociale. Sebbene queste pratiche possano ridurre i sintomi di ansia o depressione in modo soggettivo, non possono essere considerate un trattamento universale. Gli effetti benefici dipendono in gran parte dal significato personale attribuito alla fede e dal supporto comunitario.

In definitiva, la fede è una forza potente che, per molti, offre speranza e conforto in momenti di difficoltà. La sua capacità di influenzare la salute mentale dipende da un delicato equilibrio tra convinzioni personali, comunità di riferimento e approcci terapeutici. Riconoscerne i benefici senza idealizzarla come unica soluzione permette di integrare la spiritualità in un percorso più ampio di benessere psicofisico.

 

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